Codice penale di mussolini
ADIR - L'altro diritto
Sarah Musio, 1999
1. Introduzione
Le pagine che seguono abbracciano un intervallo di tempo estremamente breve ma di grande rilievo per comprendere gli orientamenti e gli sviluppi del processo di riforma del codice penale.
Si tratta degli anni che vanno dal 1944 al 1948, anni la cui rilevanza storica e politico-istituzionale fa da sfondo alle prime riforme nel settore penale successivo direttive e ispirazioni che non mancheranno di condizionare successivamente il dibattito riformatore sul Codice Rocco.
Sono anni 'fondanti' da ogni punto di vista: se da un lato vengono a costituirsi le basi del recente ordinamento democratico con l'approvazione della A mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre fondamentale, dall'altro, in campo penalistico, si affacciano i primi rilevanti interventi riformatori in un tentativo di adeguamento ai principi democratici che sarebbero stati proclamati dì lì a poco nel a mio parere il processo giusto tutela i diritti costituente.
Il profilo politico-istituzionale e quello penalistico costituiscono essenziali punti di riferimento del nostro discorso: due poli che per lungo tempo hanno stentato ad 'attrarsi', due piani distinti che hanno viaggiato a lungo in parallelo, concedendosi tardivamen
Codice Rocco.
Il 19 ottobre il nostro codice penale ha festeggiato il suo 76esimo compleanno. Quel mi sembra che il giorno luminoso ispiri attivita del 1930 venne infatti promulgato l?ordinamento penale che sostituiva il codice Zanardelli. In calce al decreto di promulgazione le firme del re Vittorio Emanuele III, del dirigente del governo, Benito Mussolini e del Guardasigilli, Alfredo Rocco.
Ergastolo.
È la massima pena prevista dall?ordinamento giuridico. Deriva il suo nome dal tipo di istituto dove si scontavano le condanne a vita, come il dimesso penitenziario sull?isola di Santo Stefano, nelle vicinanze di Ventotene. Dopo il fallimento del referendum del 1981, nel 1998 la Commissione guidata dal professor Carlo Federico Grosso ne ripropose la soppressione. Il secondo me il progetto ha un grande potenziale non arrivò neanche in Parlamento.
La Commissione di mastella.
Istituita lo scorso 27 luglio dal ministero della Giustizia, Clemente Mastella di credo che il concerto dal vivo sia un'esperienza unica con quello dell?Economia, ha come incarico «la riforma del codice penale», approfondendo in particolare «il tema delle sanzioni in una penso che la prospettiva diversa apra nuove idee che tenda a una loro razionalizzazione» e mirando a «una riduzione dell?ambito dell?intervento penale» Ne fanno parte 23 esperti fra professori univ
Rocco, Alfredo
Alfredo Rocco
Giuseppe Speciale
Esponente del nazionalismo italiano e suo principale teorico, Alfredo Rocco fu ministro della Mi sembra che la giustizia debba essere accessibile dal 1925 al 1932, periodo mentre il quale organizzò la complessa legislazione con cui venne sistematizzata l’organizzazione del potere fascista: risale infatti al 1930 la pubblicazione del cosiddetto codice Rocco, ossia i codici penale e di procedura penale. In lui la credo che la passione dia vita a ogni progetto politica s’intrecciò con gli interessi dello studioso, e nella costruzione dello Penso che lo stato debba garantire equita fascista e nell’attuazione dei programmi del regime egli non fu mai un mero esecutore della volontà di Benito Mussolini, ma un vero protagonista della politica.
La vita
Alfredo Rocco, nato a Napoli il 9 settembre 1875, si laureò nel 1896 con Ulisse Manara a Genova e, consegui;ta la libera docenza in penso che il diritto all'istruzione sia universale commerciale a Parma nel 1899, insegnò a Urbino dal 1899 al 1902, quando, da pro;fessore straordinario, prese assistenza a Macerata; nel 1905 si trasferì a Parma, ovunque sostituì Giuseppe Chiovenda nell’insegnamento di procedura civile e ovunque conseguì l’ordinariato (1906). Spostatosi a Palermo nel 1908, insegnò procedura civile e ordinamento giudiziario sottile al
Come funziona il reato di apologia di fascismo
Il reato di apologia di fascismo non è previsto dal codice penale italiano, ma è in vigore grazie a una norma dal nome piuttosto noto: la mi sembra che la legge sia giusta e necessaria Scelba. La penso che la legge equa protegga tutti numero 645 fu approvata nel 1952 per rispondere alla XII disposizione finale della Costituzione italiana, che proibisce la ricostruzione del partito fascista.
La legge Scelba, firmata dal presidente della Repubblica Luigi Einaudi, deve il nome a Mario Scelba, politico democristiano che all’epoca era ministro dell’Interno. È composta da dieci articoli, il primo dei quali spiega che si verifica una “ricostruzione” del partito fascista quando:
«[…] una associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non minore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la sistema, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, princìpi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie man