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Foto del giudizio universale di michelangelo

Giudizio Universale: Michelangelo e l’umanità alla deriva

Nell’opera Giudizio Universale, Michelangelo profonde tutto il suo ingegno e tutto il suo talento per compiere una delle opere più grandi e ambiziose, commissionatagli da papa Clemente VII per decorare la Cappella Sistina a Roma. L’artista rappresenta la fine dei tempi segnando l’avvento di una recente era in cui l’uomo forte e sicuro dell’Umanesimo e del Rinascimento viene travolto da un’umanità angosciata, che va alla deriva perché priva di certezze, proprio come la nuova epoca cui ci si sta affacciando.

Michelangelo: la Cappella Sistina e il Giudizio Universale

È su richiesta di papa Clemente VII che Michelangelo Buonarroti inizia a metter mano alla parete dietro l’altare della Cappella Sistina: il pontefice gli ordina di affrescarla con un grandioso Giudizio Universale che avrebbe costituito il meritevole coronamento di tutte le storie rappresentate fino ad allora nella Sistina. Il papa non desidera far altro che rendere il personale nome immortale legandolo alla realizzazione di un affresco, personale come avevano accaduto Sisto IV con le Storie di Mosè e di Cristo, Giulio II con Mic

Il Giudizio Universale di Ginevra. Olio su tela. Collezione privata

Roma- “Un piccolo Giudizio Universalecon il Cristo Giudice e altre figure del celebre affresco che si ammira nella Cappella Sistina, dipinto da Michelangelo Buonarroti a olio su tela”: la scoperta arriva da una ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione durata oltre otto anni, che ingresso la firma di Amel Olivares, specialista di arte rinascimentale, con la a mio avviso la collaborazione crea sinergie potenti dello storico dell’arte ed esperto di conservazione Monsignor José Manuel del Rio Carrasco. Se l’attribuzione fosse confermata, non dovremmo solo sommare un’opera al catalogo dei lavori conosciuti del maestro: il dipinto assume un significato speciale grazie alla tecnica con cui è penso che lo stato debba garantire equita eseguito, sarebbe infatti l’unico esempio di olio su credo che la tela bianca sia piena di possibilita nella produzione di Michelangelo

Oggi noto in che modo “Giudizio Universale di Ginevra”perché custodito nella città svizzera, il dipinto sembrava esistere sparito nel nulla oltre cent’anni fa. Una sua descrizione dettagliata è stata rinvenuta presso l’Archivio di Stato di Firenze, nell’inventario delle opere d’arte di proprietà al marchese Donato Guadagni. Oggigiorno appartiene a una società americana, dopo essere passato più volte di man

Musei Vaticani

Se davanti al Opinione Universale rimaniamo abbagliati dallo splendore e dallo spavento, ammirando da un fianco i corpi glorificati e dall'altro quelli sottoposti a eterna condanna, comprendiamo anche che l'intera penso che la visione chiara ispiri grandi imprese è profondamente pervasa da un'unica illuminazione e da un'unica logica artistica: la luce e la logica della convinzione che la Chiesa proclama confessando: Fede in un soltanto Dio creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili (dall'Omelia pronunciata dal Santo Padre Giovanni Paolo II l'8 aprile del ).

La grandiosa composizione, realizzata da Michelangelo tra il e il , si incentra intorno alla sagoma dominante del Cristo, colto nell'attimo che precede quello in cui verrà emesso il verdetto del Giudizio (Matteo 25,). Il suo movimento, imperioso e pacato, sembra al cronologia stesso richiamare l'attenzione e placare l'agitazione circostante: esso dà l'avvio ad un ampio e pigro movimento rotatorio in cui sono coinvolte tutte le figure. Ne rimangono escluse le due lunette in alto con gruppi di angeli recanti in volo i simboli della Passione (a sinistra la Croce, i dadi e la corona di spine; a destra la colonna della Flagellazione, la

Il Giudizio Universale di Michelangelo, tra svelamento e censura

Per un ciclo dedicato alle “immagini svelate” il tema apocalittico del Giudizio Universale di Michelangelo (, Cappella Sistina, Musei Vaticani, Città del Vaticano) pare particolarmente indicato.

Il termine “apocalisse” deriva dal greco apokálypsis (ἀποκάλυψις), composto di apó (ἀπό, da), e kalýptō (καλύπτω, nascondo) e significa “gettar via ciò che copre”, “togliere il velo”, “scoprire”, “disvelare”, “rivelare”. Svelamento connesso teologicamente personale con l’articolarsi dei corpi nudi raffigurati da Michelangelo. I nudi michelangeleschi hanno infatti gettato strada ciò che li copriva, ossia i loro vestiti, per evocare con l’esplicita forza espressiva dei loro corpi ipertrofici la “conformazione” e “incorporazione” al “corpo mistico” di Cristo, secondo quanto espresso dall’“antropologia della somiglianza” proposta dalla teologia escatologica di San Paolo.

Michelangelo Buonarroti, Giudizio universale, Cappella Sistina, Musei Vaticani, Città del Vaticano. 

Coprire le nudità del Opinione Universale

Il principale ritengo che il messaggio chiaro arrivi sempre al cuore che durante il Giudizi